15 settembre 2010

Edwin Charles Tubb

Purtroppo è notizia di pochi giorni che questo instancabile autore inglese, se ne è andato, sorpreso nel sonno spero da un universo di stelle a lui tanto care. Avrebbe compiuto 91anni il prossimo 15 Ottobre.

Lo prendo come impegno personale, rintracciare e leggere almeno la prima parte della saga di Dumarest (al momento conta 33 romanzi, un 34° era stato da poco ultimato e probabilmente uscirà postumo).

14 febbraio 2010

Edwin Charles Tubb - Earl Dumarest

Rovistando in una vecchia scatola, trovo questo piccolo tesoro... la data riporta 1978.

1978? L'età si vede tutta, e ricordo di averlo letto in passato, un bel po' di anni fa. Ma non credo di averlo acquistato come nuovo... 1978, mi sembra troppo in là nel tempo. Si, sicuramente un libro di seconda mano.
Lo sfoglio quà e là e i ricordi riaffiorano, le avventure di Dumarest! Mi ricordo di Kalin della ragazza dai capelli rosso fuoco e dalla pelle color perla. Ad un tratto mi viene in mente che anni fa avevo dipinto una figura femminile con i capelli rossi... ma no, non c'è nessuna relazione, solo una coincidenza.

Decido di metterlo nella lista delle cose da rileggere.
Non ha atteso molto, dalla fila presente nella libreria ben presto è passato tra le mie mani.

Edwin Charles Tubb meglio conosciuto come E.C. Tubb ha uno stile di scrittura semplice, a volte forse un po' ingenuo ma mai superficiale al punto da decidere di lasciare perdere. L'aspetto positivo della sua narrazione e che lui esplora l'infinità di mondi toccati dal protagonista, e la personalità dei personaggi via via incontrati. Non si sofferma molto sulle tecnologie riesce sempre a starne abbastanza alla larga da non cadere nella trappola dell'ingenuità tecnologica (che so' parlare di ticchettio di una telescrivente a bordo di un vascello interstellare, farebbe sorridere ma anche perdere parte del fascino del romanzo), invece E.C.Tubb è stato lungimirante.
Il volume URANIA che raccoglie tre romanzi della saga di Earl Dumarest, si legge in modo fluido regalando momenti di piacevole svago, con ambientazioni che non soffrono del tempo in cui sono stati scritti. La trilogia raccoglie:

* Scalo su Logis (Kalin - scritto nel 1969)
* Il pianeta senza legge (The Jester at Scar - 1970)
* Domani la Terra (Lallia - 1971)


Questi tre romanzi fanno parte di una più ampia opera che vede il protagonisca Earl Dumarest andare alla ricerca del suo pianeta natale (la Terra), ormai dimenticato dal momento che l'umanità da secoli ha colonizzato in profondità i pianeti presenti nel più denso centro galattico, dove le distanze tra le stelle (quindi Soli, con relativi pianeti) sono minori.
L'opera è composta da ben 32 romanzi.


Come dicevo, la lettura è apparsa subito agevole e piacevole per la pura avventura. Le interazioni uomo donna sono molto platoniche (ma tutto sommato neppure più di tanto) e soprattutto si avverte una personale visione dell'autore nel descrivere le sue donne, coloro che compaiono man mano che ci si addentra nelle sue avventure. E.C. Tubb è nato nel 1919 (ed è ancora in vita) e probabilmente all'epoca in cui scriveva, portava con se questa piacevole visione romantica della femminilità pura e semplice, nello spirito e negli atteggiamenti. Nonostante io abbia letto solo questa trilogia, credo che la longevità di questa saga sia stata nella capacità di Tubb di descrivere la durezza della vita, gli aspetti piuttosto pionieristici dell'espansione umana nei mondi interni, e i diversi tipi di società sviluppate sempre molto dure e a volte basate su stratificazioni sociali d'altri tempi. Da notare che l'intera saga abbraccia praticamente un trentennio, il primo romanzo è apparso nel 1967 e l'ultimo nel 1997. Non ho idea di come abbia potuto mutare il suo stile con il passare degli anni fino ad oggi, ma considerandio che E.C. Tubb ha lavorato a parecchie sceneggiature di fantascienza (tra cui Spazio 1999) credo che abbia solo potuto evolvere in meglio.

Alla fine, in una manciata di giorni ho riletto il libro e devo ammetterlo, con una certa soddisfazione.

Questo ovviamente mi ha spinto a cercare gli altri volumi ma con un certo rammarico ho scoperto che questo fertile autore è piuttosto sconosciuto in Italia. Oltre a questo lavoro di Urania (e forse di qualche altra sua opera) oggi abbiamo solo una piccola casa editrice che sta ristampando l'intera saga. Si tratta di volumi che raccolgono 4 romanzi per volta. Devo ammettere che il costo non è quello che si può definire ragionevole, tutt'altro. Però, è anche vero che se non ci avessero pensato loro, saremmo in braghe di tela (pensate che di Edwin Charles Tubb non esiste neppure la versione in italiano su Wikipedia).

Se volete potete dare un'occhiata all'editore: www.elaralibri.it

10 gennaio 2010

Alastair Reynolds

Di questo autore inglese, che ha lavorato per molti anni in Olanda presso ESA (European Space Agency) ne sentiremo parlare.

Ovviamente, se verrà tenuto in considerazione dalle case editrici nostrane.

Per il momento la sola (a quanto mi risulta) ad essere riuscita ad acquisire i diritti di pubblicazione è Mondadori. Per di più con un branch che non viene distribuito in libreria ma in edicola (tanto di cappello ai curatori di URANIA).

In generale, chi lavora per anni nel settore della Fisica o della tecnologia, riesce ad avere una visione realistica della vita, di chi siamo e dove andiamo... insomma, qualcosa di simile.
Una visione sicuramente pragmatica, ma che riesce ad evitare voli troppo pindarici. Se poi un astronomo o un Fisico in meccanica quantistica ha il dono della fantasia, unito a del talento per la narrazione e che sappia sfruttare le idee di base delle materie studiate, senza appesantire il romanzo di inutili tecnicismi... be', abbiamo ottenuto un autore sopra le righe.

Ovviamente, questa non è una regola.

07 gennaio 2010

Appunti di ... Avatar

Torno su questo argomento, dopo aver letto parecchie recensioni oltreoceano. Inutile dire che la maggior parte delle osservazioni sono positive ed è triste pensare che l'intero globo terrestre (o quasi, appunto) abbia in programmazione Avatar da prima di Natale (comprese le sale cinematografiche in Cina, dove sta avendo altrettanto successo) e che solo in Italia, l'uscita nelle sale sia prevista per il 15 Gennaio 2010. Dire che siamo il fanalino di coda, è ormai un luogo comune.

E tutto per lasciare spazio ai cinepanettoni nazionali e qualcuno, su questa affermazione, arriccerà il naso.

Non sono un fanatico della produzione hollywoodiana, mi piace però come lavora Cameron. Ha assoldato dei linguisti per la riproduzione del linguaggio Na'vi, ha assoldato i scenografi del Cirque du Soleil per studiare i movimenti e la danza rituale Na'vi (vi ricordo inoltre che il fondatore di Cirque du Soleil un certo Mr. Guy Laliberté è stato per 10 giorni ospite - a pagamento - sulla Stazione Spaziale Internazionale. Sobbarcandosi inoltre un rientro atmosferico con una navicella Soyuz che non è certo la massima espressione di comodità, tutt'altro).



04 gennaio 2010

AVATAR: James Cameron ci è mancato per 12 anni... lo dico convinto, davvero.


Quando aveva iniziato a calarsi negli abissi oceanici ricordo di essere rimasto amareggiato. Tutto quel talento, Aliens, Terminator II, Abyss, Titanic... sprecato per dei documentari sulle profondità marine. E invece. Invece non potendo andare alla scoperta del cosmo aveva indirizzato la sua attenzione a luoghi tuttora ritenuti alieni, dalla maggior parte degli esseri umani. Scienziati compresi.

Anche lui è maturato strada facendo. Sa cosa vuole il suo pubblico e sa cosa vuole lui dalle sue visioni... per ambire al successo, of course. Per questo ha aspettato quasi 15 anni per mettere mano al progetto Avatar, voleva raggiungere un nuovo e più elevato livello di spettacolarizzazione. Mi spiego.

Premetto che sto parlando come appassionato di fantascienza, di libri , e ovviamente di una fantascienza che abbia un certo gusto, una certa qualità. Quando si va sul classico e l'autore ha particolare talento, ogni lettore trae dalla narrazione gli elementi per creare e dare corpo nella sua testa, al mondo e agli ambienti nei quali si sta svolgendo l'avventura (tanto così avidamente assorbita dalle pagine del libro). Ci sono autori che sanno descrivere con minuzia le loro opere e quasi sicuramente a parità di libro, ogni lettore costruisce nella sua mente un universo unico, differente dagli altri ma sempre in sintonia con la narrazione.



James Cameron è riuscito a dare vita, colore, luce e concretezza a questi universi, narrati su carta da più di un secolo. Non che siano mancati, nell'ultimo mezzo secolo, la capacità di sfruttare i vari effetti speciali. Un grande esempio è stata la saga di Guerre Stellari o Alien, ma in ogni caso si è trattato di adattare gli ambienti agli attori, che sono di quanto più terrestre ci possa essere. Le scenografie hanno comunque i limiti degli studios e un pesante trucco, può andare solo e unicamente in un senso e cioè, aggiungere materiale posticcio ad un corpo umano. Non ci sono molte altre strade percorribili, dimagrire o allungare é sempre stato un espediente molto poco efficace fino all'apparizione dei primi effetti speciali in computergrafica. Ma anche lì. Qualcuno diceva, più o meno, che: "Nella grafica tridimensionale più si tenta di ottenere un'aspetto realistico (ma ancora palesemente finto), più lo spettatore cerca punti di contatto con la realtà effettiva. Ma quanto più la grafica diventa realistica lo spettatore cerca di scoprire i difetti per "additare" la finzione. Convenite con me, che non è un lavoro semplice.


A Londra l'inglese è una cosa, il mio inglese sicuramente non è buonissimo, ma l'inglese del cast... è tutt'altro. Comunque sia, sono abbastanza sicuro di poter dire che in AVATAR i dialoghi fanno una magra figura, sembrerebbero infatti molto poveri di contenuti (ma aspetto l'uscita nelle sale in Italia). Cameron evidentemente, concentrato nella sua visione di costruire tutto un mondo come solo gli autori dei libri potevano immaginare... doveva fare delle scelte.
I rischi che si stava prendendo con IMAX (solo durante il 2009, le sale 3D IMAX in US hanno iniziato a sostituire gradualmente quelle 2D tradizionali) e la nuova tecnica di ripresa ponevano già alcuni interrogativi sul successo del costoso film, che Cameron non poteva ignorare mettendo sulla bilancia anche dialoghi brillanti e introspettivi distogliendo l'attenzione dalla magnificenza del mondo da lui immaginato. Con un curioso paragone si potrebbe dire che il film batte sulla realtà 3D tutti i film finora presentati, ma come dialoghi è rimasto fermo alle pellicole 2D.

Ed è così che ha usato i classici ingredienti:
- il cattivo
- il buono
- e l'amore

Da questo punto di vista Cameron non ha inventato assolutamente nulla. Ma anche in questo caso si deve aver la capacità di sapere miscelare in modo sapiente, questi tre ingredienti vecchi come il cucco. E nonostante il suo principale obiettivo fosse la rappresentazione reale di un mondo onirico, hanno fatto comunque centro.

Sam Worthington riesce a dare il suo apporto, fornendo cuore e anima al suo personaggio soprattutto durante le sue espressività nella forma duale Avatar. Zoe Saldana porta alla combattiva Neytiri la sua esperienza di ballerina, regalandogli movenze eleganti, destrezza e femminilità. Sigourney Weaver impersona la Dottoressa Grace Augustine, un personaggio che a mio avviso avrebbe avuto bisogno di maggiore spazio, perchè si intravedono potenzialità notevoli. Come pure la parentesi di Michelle Rodriguez, il cui personaggio si sacrifica senza che nessuno ci pensi troppo sopra. Ma pare evidente che non avendo a disposizione un tomo di 1000 pagine, James non poteva fare molto di più con 2 ore e 40 min. Ma scommetto che il suo buon fiuto da business-man farà apparire un sacco di scene inedite, all'interno di un costoso cofanetto DVD BluRay.

La trama forse, resta comunue un po' troppo piena di stereotipi. Oltre ai tre ingredienti fondamentali, presenta dei terrestri voraci che non si preoccupano di nulla distruggendo l'ambiente, la natura, completamente accecati dalla ricerca di un prezioso minerale. I nativi Na'vi che già dal nome ricordano molto i pellerossa americani dell'epopea pionieristica, come i cugini terrestri rischiano dapprima di essere incompresi e poi, fagocitati e distrutti. Una foresta che ricorda l'Amazzonia e l'uso dei velivoli a decollo verticale ricordano tanto gli elicotteri sulla jungla vietnamita. Anche qui per attecchire sul pubblico dovevano esserci richiami “terrestri” famigliari per cullare lo spettatore, mentre a bocca resta con gli occhi incollati sullo schermo. Ad ogni modo, nonostante questi cliché e la lunghezza di circa 2 ore e 40 min, la pellicola scorre benissimo.

La Luna boscosa di Pandora, una delle numerose lune del pianeta Polifemo si trova all'interno del sistema binario Alpha Centauri (binario perchè invece di avere un solo Sole ne ha due). Alpha Centauri esiste veramente ed è in assoluto il sistema con due stelle più vicino a noi, solo 4 anni luce. Una sciocchezza quando si parla di distanze tra stelle. Quello che ancora al giorno d'oggi non sappiamo e se tra queste due Stelle ci siano dei pianeti alla giusta distanza per essere considerati adatti a sostenere la vita. Ma questo è un qualcosa che nei prossime due o tre anni potremmo sapere. A fine 2009 è stato infatti lanciato un sensibile e sofisticato telescopio a infrarossi, che potrà dirci se nel sistema Alpha Centauri (ma non solo lì) ci sono, oltre ai due Soli, anche qualche pianeta che al momento ancora non vediamo (e non è facile vederli se non riflettono la luce o creano altri disturbi). Ma questa è la realtà, torniamo alla fantascienza.

Di Lune boscose conoscevamo solo quella di Endor di Guerre Stellari ma George Lucas, nonostante tutta la buona volontà non aveva ancora i "mezzi" per andare oltre la classica scenografia e pochi altri effetti speciali della sua Industrial Light & Magic. Pensate c'è voluto Peter Jackson con il suo King Kong per far saltare sulla sedia Cameron e fargli dire: "Ci siamo! E' arrivato il momento!".

Ovviamente quello era solo il punto di partenza, James ha dovuto metterci ben altro.


Pandora è la massima rappresentazione in cui potrebbe immergersi e gongolare qualsiasi esobiologo: flora fosforescente durante la notte, effetti lava lamp e luminescenza quando si calpesta l'erba del suolo. Un mondo, che possiede un vortice magnetico in una particolare area del planetoide che causa il galleggiamento in aria di intere montagne fortemente magnetizzate, ricoperte di vegetazione e con cascate di acqua che cadono nel vuoto fino a raggiungere la superficie. Un mondo, in cui i nativi vivono in simbiosi, con la capacità di potersi "collegare" ad ogni essere di Pandora. Tutta la vita animale possiede due particolari appendici e gli stessi nativi Na'vi hanno una lunga treccia che nasconde al suo interno una sorta di fibra nervosa con cui possono letteralmente collegarsi ad alcuni animali come pure alla vita vegetale. Una sorta di network organico, un po' come il nostro mito di Gaia, che si basa sul presupposto che gli oceani, i mari, l'atmosfera, la crosta terrestre e tutte le altre componenti geofisiche del pianeta Terra si mantengano in condizioni idonee alla presenza della vita, proprio grazie al comportamento della vita animale a vegetale. Pandora va oltre, è quasi un organismo vivente, primordiale, che mantiene l'armonia e l'equilibrio naturale della flora e della fauna.


La realtà ricreata da AVATAR raggiunge tranquillamente il 99 % di realismo e andrebbe, molto semplicemente, visto in 3D in tecnologia IMAX. Qui però si tocca un punto dolente: l'attrezzatura IMAX 3D ha costi decisamente maggiori, ma resta un dato di fatto che in Italia abbiamo una sola e unica sala, quando in tutta Europa i numeri sono maggiori della singola unità.

Comunque sia, la storia ha talmente tante possibilità di sviluppo e approfondimento, che se già c'era da parte di Cameron una mezza intenzione di iniziare una saga, ora, dopo che il film nei primi 17 giorni ha sbancato il botteghino raggiungendo un (1) miliardo di Dollari a fronte di una spesa di 300 milioni, credo che la possibilità di un seguito sia ancora più vicina.

Speriamo solo di non aspettare altri 12 anni.